Negli ultimi giorni mi sono imbattuta in un interessante TedTalk, intitolato “Why some of us don’t have one true calling”, che tradotto è più o meno “perché alcuni di noi non hanno UNA vera vocazione”. In questo caso, one sta proprio a indicare il numero uno, 1, e quindi, per tradurre meglio potremmo dire “perché alcuni di noi non hanno una sola vera vocazione”.
Quando leggevo il titolo, ancor prima di far partire il video, dentro di me pensavo “è già difficile averne una, come è possibile averne di più?”.
Il video parte. Inizia a parlare Emily Wapnick, che chiede al pubblico:
Alzate la mano se vi hanno mai chiesto “cosa vorresti fare da grande?”
A me un sacco di volte, fin da piccolina… E credo di aver risposto con i classici tormentoni dell’infanzia… l’insegnante, la dottoressa, la veterinaria, la scienziata (mi piaceva pensare di essere intelligente, da piccola…).
Emily prosegue, chiedendo a chi mettesse un po’ di ansia questa domanda. In effetti, credo che a tutti questa domanda abbia messo ansia, no? A meno di avere avuto le idee così chiare che non era previsto nemmeno un momento di turbamento, di ripensamenti, di insicurezze. Tra me e me, guardando il video, pensavo che insomma, non riuscivo mai a dare una sola risposta in realtà, perché non avevo le idee chiare! Mi piaceva fare troppe cose, e pensare di poter essere tante persone diverse.
L’intervento prosegue, ed Emily racconta come le sia capitato più volte di impiegare tempo, energie e denaro a imparare a far qualcosa, per poi, quando ormai padroneggiava quell’ambito, di annoiarsi e infine mollare, per rifugiarsi in altro.
Ecco questo sì che è frustrante! Passare magari settimane, mesi, mettere molto entusiasmo nella partenza di un progetto, impiegare tutto il tempo libero per imparare qualcosa di nuovo e poi… Niente, perdere totalmente l’interesse. Che sensazione di vuoto, esaurimento e perché no, di avere qualcosa di sbagliato.
Ecco, per non spoilerarvi tutto il video, posso solo anticiparvi che no, non avete niente di sbagliato.
Ci sono delle persone che potremmo chiamare multi-potenziali, che potrebbero fare di questa loro caratteristica, che li porta spesso a sperimentare molte cose e cambiare interessi, un vero punto di forza. Se riflettiamo, nel Rinascimento gli artisti più famosi erano eclettici, con mille interessi e abilità: uno fra tutti Leonardo, artista, ingegnere e scienziato.
Cosa è successo poi? La cultura sembra essersi evoluta in modo da prediligere la “vera vocazione”, l’impegno massimo e supremo, il perseguimento dell’obiettivo della vita.
Partendo dal presupposto che non c’è niente di male a voler perseguire un obiettivo nella propria vita. Anzi! Servono persone che nascono e crescono con delle forti convinzioni e ambizioni, e sono in grado di riporre tutti i loro sforzi verso quello scopo ultimo…. Ma allo stesso tempo servono anche persone adattabili, flessibili e reattive al mondo, che siano in grado di spostarsi su diversi ambiti e argomenti con facilità. Credo che sia ben visibile anche l’evoluzione odierna del mondo del lavoro, che si sta spostando sempre di più nel campo dell’innovazione e richiede ai lavoratori una grande flessibilità e capacità di adattarsi a contesti sempre diversi.
Ecco, le persone multi-potenziali possiedono diverse capacità molto importanti:
1. Capacità di sintesi di idee
2. Apprendimento rapido
3. Adattabilità
Ad esempio, la capacità di sintesi viene annoverata tra le soft skills (competenze trasversali) più importanti da possedere in ambito lavorativo ma anche accademico, scolastico, ecc.… La capacità di sintesi è semplicemente (si fa per dire) la capacità di una persona di analizzare un problema prima da diversi angoli, punti di vista e prospettive e poi riuscire a produrre un riassunto, un sunto, appunto una sintesi. Tale capacità permette quindi di avere una visione globale della situazione, dei problemi, saper individuare quel che conta e quel che invece distrae, porta fuori strada.
L’adattabilità è un’altra soft skill, che sta a indicare la capacità di imparare facilmente nuove abilità e comportamenti in risposta a un repentino cambiamento delle circostanze. Chi dimostra di essere adattabile è flessibile, ed è in grado di rispondere efficacemente alle condizioni lavorative e le sfide che si presentano, anche se non pianificate. L’adattabilità è legata a una maggior soddisfazione lavorativa e a una migliore performance, nonché migliori prospettive di carriera.
L’apprendimento rapido ve lo risparmio, credo che il nome sia abbastanza auto-esplicativo!
La prossima volta che cambierete idea, perderete entusiasmo per qualcosa che fino a poco fa vi dava grandi soddisfazioni… Prima di pensare di essere sbagliati, provate a riflettere su quante cose sapete fare… quante cose avete imparato. E in ultima battuta, a cosa vi può essere utile tutto ciò, dove tutte le vostre abilità di incontrano e lì, magari troverete qualcosa di nuovo, di unico, insomma di totalmente vostro.
Anas, I., & Hamzah, S. R. A. (2020). Predicting career adaptability of fresh graduates through personal factors. European Journal of Training and Development.
https://www.adecco.it/come-trovare-lavoro/soft-skill