Articolo a cura di Marina Messetti. Dottore di ricerca in psicologia dello sviluppo, psicologa clinica e psicoterapeuta.
Nell’ultimo periodo TikTok, uno tra i social network preferiti dai ragazzi, è diventato il palcoscenico di fatti di cronaca terribili. La tragedia di Palermo, in cui una bambina di soli 10 anni ha perso la vita durante una sfida lanciata proprio su questa piattaforma, è solo il più recente avvenimento. Ma non sono unicamente queste challenge a destare le preoccupazioni del mondo adulto, anche l’aumento dei fenomeni di dipendenza verso i social media rappresentano, infatti, un motivo di apprensione.
Alla luce di ciò, diventa sempre più importante comprendere quali siano i meccanismi ed i processi che sottostanno all’utilizzo di questa applicazione, in modo da conoscerne i potenziali rischi ed arginarli in modo efficace.
Cos’è e come funziona TikTok?
Sviluppata e lanciata in Cina nel 2016, questa applicazione raccoglie una serie di video della durata minima di 15 secondi e massima di un minuto realizzati con la specifica funzione di intrattenere e divertire.
Dopo aver creato il proprio profilo, gli utenti possono realizzare e personalizzare i propri contenuti grazie ad una grande varietà di filtri e di effetti ed una vasta libreria musicale a disposizione, e poi condividerli con il resto del mondo.
I principali elementi di attrazione di questa piattaforma sono la dinamicità, la velocità e la creatività. Adattandosi a questi tempi, in cui tutto scorre veloce, i video si riproducono sequenzialmente in modo del tutto automatico, tenendo incollati gli utenti allo schermo, intrattenuti da video originali di balli, scherzi, tutorial e molto altro. Ai creatori dei contenuti viene data la possibilità di esprimersi, dilettandosi nel realizzare video originali e spiritosi ed acchiappando cuoricini di apprezzamento da parte degli altri utenti. Inoltre, altro aspetto interessante di questo social è che anche chi ha un basso numero di followers può far diventare virale un proprio video e acquisire così una certa popolarità.
Ulteriore elemento costitutivo di TikTok sono le cosiddette challenge, o sfide, a cui gli utenti, spinti il più delle volte da una sana competizione virtuale, partecipano al fine di esprimere la propria identità, ma anche ottenere visibilità ed essere più apprezzati. È bene sottolineare che non si tratta di consuetudini che comportano pericoli di per sé: esistono infatti numerose sfide a scopo benefico o creativo, accanto alle quali purtroppo saltuariamente compaiono anche sfide più estreme che inducono i ragazzi a compiere atti di coraggio che possono condurre a esiti nefasti, come quelli di cui siamo a conoscenza.
Come proteggere i ragazzi dai rischi di TikTok?
Qualsiasi strumento, che sia virtuale o meno, può offrire naturalmente grandi benefici, ma anche pericolosi svantaggi. Tutto dipende dall’uso che se ne fa.
Innanzitutto, è bene ricordare che l’iscrizione a questa piattaforma è possibile a partire dai 14 anni di età (13 con il consenso dei genitori). Nonostante ciò, molti genitori ignorano l’esistenza di questo social network, non conoscono come funziona e non sanno che i propri figli trascorrono diverse ore delle proprie giornate riproducendo o producendo video, spesso anche a discapito di altre attività, prime tra tutte quelle scolastiche. Sono molti, infatti, gli adolescenti ed i giovani che hanno iniziato a manifestare comportamenti di dipendenza verso questo social network. Da una parte, spinti dal desiderio di diventare virali e ricevere l’approvazione del pubblico, molti ragazzi spendono un ampio quantitativo di tempo e di energie appresso a questo social network nel tentativo di produrre il contenuto “del momento”. E se, da un lato, è facile ottenere consensi, dall’altro la popolarità dura poco, dal momento che immediatamente dopo la pubblicazione del video, sulla piattaforma potrebbe comparirne un altro ancora più apprezzato dai followers. Dall’altra parte, la modalità stessa con cui è stata costruita questa applicazione, che prevede il susseguirsi di video ininterrottamente, rende anche molti ragazzi passivi fruitori dello strumento, tenendoli incollati allo schermo per diverse ore.
Si rivela dunque di fondamentale importanza che i genitori siano informati e formati adeguatamente circa le modalità di utilizzo di questo strumento, dal momento che una conoscenza dello stesso risulta fondamentale per poter aiutare i ragazzi, specialmente i più piccoli, a fruirne adeguatamente. Così come non lasceremmo nostro figlio di 13 anni esplorare una città sconosciuta, da solo, analogamente non lasciamolo esplorare il web dando per scontato la sua autonomia e responsabilità nell’uso delle tecnologie, che può essere altrettanto pericolosa. Non bisogna quindi avere timore di stabilire regole e limitazioni relativamente all’utilizzo di TikTok, così come di tutte le altre piattaforme virtuali in cui condividiamo anche attività ed informazioni di natura privata e personale.
Per conoscere i contenuti ai quali hanno accesso i ragazzi, nonché le loro preferenze, come le famose challenge che spesso destano preoccupazione nel mondo adulto, è fondamentale prima di tutto interessarsi a loro, instaurando un vero dialogo in modo da evitare di essere coinvolti in situazioni di rischio. Teniamo presente che spesso i ragazzi ricorrono all’uso di queste tecnologie perché ciò permette loro di definire la propria identità, in una fase evolutiva caratterizzata da continui cambiamenti in cui sono alla ricerca di sé stessi. In questo processo è fondamentale supportare i ragazzi nel riconoscimento e nella gestione delle loro emozioni, favorendo comportamenti che permettono loro di sviluppare autonomia ma anche responsabilità e senso critico verso ciò che li circonda, compreso il mondo del web.
Infine, è fondamentale che i ragazzi sappiano che, se dovessero trovarsi in situazioni scomode, difficili o pericolose, possono sempre chiedere aiuto agli adulti di riferimento e, allo stesso tempo, devono sapere di poterlo ricevere, anche se si sono messi nei guai.
Fare buon uso di questo strumento è ciò che fa la differenza, segnando il confine tra l’intrattenimento sano e la dipendenza patologica, con la sofferenza che porta con sé.
Nell’ultimo periodo TikTok, uno tra i social network preferiti dai ragazzi, è diventato il palcoscenico di fatti di cronaca terribili. La tragedia di Palermo, in cui una bambina di soli 10 anni ha perso la vita durante una sfida lanciata proprio su questa piattaforma, è solo il più recente avvenimento. Ma non sono unicamente queste challenge a destare le preoccupazioni del mondo adulto, anche l’aumento dei fenomeni di dipendenza verso i social media rappresentano, infatti, un motivo di apprensione.
Alla luce di ciò, diventa sempre più importante comprendere quali siano i meccanismi ed i processi che sottostanno all’utilizzo di questa applicazione, in modo da conoscerne i potenziali rischi ed arginarli in modo efficace.
Cos’è e come funziona TikTok?
Sviluppata e lanciata in Cina nel 2016, questa applicazione raccoglie una serie di video della durata minima di 15 secondi e massima di un minuto realizzati con la specifica funzione di intrattenere e divertire.
Dopo aver creato il proprio profilo, gli utenti possono realizzare e personalizzare i propri contenuti grazie ad una grande varietà di filtri e di effetti ed una vasta libreria musicale a disposizione, e poi condividerli con il resto del mondo.
I principali elementi di attrazione di questa piattaforma sono la dinamicità, la velocità e la creatività. Adattandosi a questi tempi, in cui tutto scorre veloce, i video si riproducono sequenzialmente in modo del tutto automatico, tenendo incollati gli utenti allo schermo, intrattenuti da video originali di balli, scherzi, tutorial e molto altro. Ai creatori dei contenuti viene data la possibilità di esprimersi, dilettandosi nel realizzare video originali e spiritosi ed acchiappando cuoricini di apprezzamento da parte degli altri utenti. Inoltre, altro aspetto interessante di questo social è che anche chi ha un basso numero di followers può far diventare virale un proprio video e acquisire così una certa popolarità.
Ulteriore elemento costitutivo di TikTok sono le cosiddette challenge, o sfide, a cui gli utenti, spinti il più delle volte da una sana competizione virtuale, partecipano al fine di esprimere la propria identità, ma anche ottenere visibilità ed essere più apprezzati. È bene sottolineare che non si tratta di consuetudini che comportano pericoli di per sé: esistono infatti numerose sfide a scopo benefico o creativo, accanto alle quali purtroppo saltuariamente compaiono anche sfide più estreme che inducono i ragazzi a compiere atti di coraggio che possono condurre a esiti nefasti, come quelli di cui siamo a conoscenza.
Come proteggere i ragazzi dai rischi di TikTok?
Qualsiasi strumento, che sia virtuale o meno, può offrire naturalmente grandi benefici, ma anche pericolosi svantaggi. Tutto dipende dall’uso che se ne fa.
Innanzitutto, è bene ricordare che l’iscrizione a questa piattaforma è possibile a partire dai 14 anni di età (13 con il consenso dei genitori). Nonostante ciò, molti genitori ignorano l’esistenza di questo social network, non conoscono come funziona e non sanno che i propri figli trascorrono diverse ore delle proprie giornate riproducendo o producendo video, spesso anche a discapito di altre attività, prime tra tutte quelle scolastiche. Sono molti, infatti, gli adolescenti ed i giovani che hanno iniziato a manifestare comportamenti di dipendenza verso questo social network. Da una parte, spinti dal desiderio di diventare virali e ricevere l’approvazione del pubblico, molti ragazzi spendono un ampio quantitativo di tempo e di energie appresso a questo social network nel tentativo di produrre il contenuto “del momento”. E se, da un lato, è facile ottenere consensi, dall’altro la popolarità dura poco, dal momento che immediatamente dopo la pubblicazione del video, sulla piattaforma potrebbe comparirne un altro ancora più apprezzato dai followers. Dall’altra parte, la modalità stessa con cui è stata costruita questa applicazione, che prevede il susseguirsi di video ininterrottamente, rende anche molti ragazzi passivi fruitori dello strumento, tenendoli incollati allo schermo per diverse ore.
Si rivela dunque di fondamentale importanza che i genitori siano informati e formati adeguatamente circa le modalità di utilizzo di questo strumento, dal momento che una conoscenza dello stesso risulta fondamentale per poter aiutare i ragazzi, specialmente i più piccoli, a fruirne adeguatamente. Così come non lasceremmo nostro figlio di 13 anni esplorare una città sconosciuta, da solo, analogamente non lasciamolo esplorare il web dando per scontato la sua autonomia e responsabilità nell’uso delle tecnologie, che può essere altrettanto pericolosa. Non bisogna quindi avere timore di stabilire regole e limitazioni relativamente all’utilizzo di TikTok, così come di tutte le altre piattaforme virtuali in cui condividiamo anche attività ed informazioni di natura privata e personale.
Per conoscere i contenuti ai quali hanno accesso i ragazzi, nonché le loro preferenze, come le famose challenge che spesso destano preoccupazione nel mondo adulto, è fondamentale prima di tutto interessarsi a loro, instaurando un vero dialogo in modo da evitare di essere coinvolti in situazioni di rischio. Teniamo presente che spesso i ragazzi ricorrono all’uso di queste tecnologie perché ciò permette loro di definire la propria identità, in una fase evolutiva caratterizzata da continui cambiamenti in cui sono alla ricerca di sé stessi. In questo processo è fondamentale supportare i ragazzi nel riconoscimento e nella gestione delle loro emozioni, favorendo comportamenti che permettono loro di sviluppare autonomia ma anche responsabilità e senso critico verso ciò che li circonda, compreso il mondo del web.
Infine, è fondamentale che i ragazzi sappiano che, se dovessero trovarsi in situazioni scomode, difficili o pericolose, possono sempre chiedere aiuto agli adulti di riferimento e, allo stesso tempo, devono sapere di poterlo ricevere, anche se si sono messi nei guai.
Fare buon uso di questo strumento è ciò che fa la differenza, segnando il confine tra l’intrattenimento sano e la dipendenza patologica, con la sofferenza che porta con sé.