Problemi e supporto nello sviluppo linguistico (multilingue)

A cura di Maren Eikerling

Dottoranda presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e presso l’IRCCS Medea/Ass, La Nostra Famiglia a Bosisio Parini (LC). Nei suoi progetti di ricerca si occupa di creare e validare screening in varie lingue per i disturbi della lettura e del linguaggio per i bambini bilingui.

Il 15.10.2021 si è stata celebrata in tutto il mondo la giornata del Disturbo Primario del Linguaggio (DPL).
Perché si è istituita una “giornata internazionale” per il DPL? Perché è importante attirare attenzione su questo disturbo dello sviluppo? Vediamo insieme di cosa si tratta.

Circa il 7% dei bambini presenta un Disturbo Primario del Linguaggio.
Un bambino con DPL ha una padronanza della lingua non adeguata alla sua età; questo però non a causa di problemi di udito, difficoltà intellettive o malattie neurologiche: alcuni bambini mostrano problemi di pronuncia, altri hanno un vocabolario ridotto e/o difficoltà grammaticali. 
Anche se può compromettere massicciamente le capacità di comunicazione nei bambini, il DPL non è immediatamente visibile – e quindi non è sempre notato abbastanza presto.
Il ritardo nella diagnosi è un problema assai rilevante perché, prima si inizia un trattamento logopedico per aumentare le capacità linguistica, più promettenti saranno i risultati.

Nel contesto del multilinguismo (il parlare più di una lingua) è ancora più probabile che il DPL non venga rilevato (abbastanza presto). Gli insegnanti o i medici spesso attribuiscono le scarse competenze linguistiche al fatto che il bambino ha un input ridotto in una delle lingue parlate;
esitano così ad indirizzare il genitore verso un logopedista.

È molto importante sottolineare come il multilinguismo non sia una causa del disturbo primario del linguaggio.
A dire il vero, non è facile nemmeno per un logopedista riconoscere il DPL nei bambini multilingue: un DPL si mostra sempre in tutte le lingue padroneggiate dal bambino, però il modo in cui si mostra può variare tra le lingue. Perciò, un logopedista dovrebbe idealmente testare le competenze linguistiche in tutte le lingue parlate da un bambino, ma naturalmente non è possibile che questi conosca tutte le lingue dei suoi potenziali pazienti.
Screening computerizzati che testano automaticamente tutte le lingue e i compiti più indipendenti dalla lingua, come la ripetizione di cosiddette non-parole (parole artificiali senza significato che sono costruite sulla base di possibili combinazioni di suoni esistenti), contribuiscono a trovare una soluzione a questi problemi di diagnosi.

Sono le osservazioni dei genitori che possono dare un contributo importante per identificare precocemente il rischio di DPL.
I genitori possono osservare e indicare se, verso il secondo anno di vita, il bambino sa/sapeva produrre almeno 50 parole e se riesce/riusciva a combinarle in frasi di due parole.
I genitori possono non solo aiutare a identificare un rischio di DPL, ma anche promuovere lo sviluppo del linguaggio del bambino attraverso i suoi comportamenti comunicativi.
È importante dare ai bambini sufficienti opportunità di interazione comunicativa, per esempio sfogliando o leggendo libri insieme, interagendo in modo creativo partendo dalle immagini e ponendo domande su ciò che si è letto. Quando il bambino produce frasi non corrette i genitori possono ripetere correttamente quanto lui ha formulato in modo errato, senza indicare direttamente che la frase era sbagliata.
Nelle famiglie multilingue non è consigliato limitare l’input a una sola delle lingue parlate: è importante parlare con i bambini nella lingua con la quale i genitori stessi si sentono più al loro agio. Così viene garantita l’alta qualità dell’input linguistico.

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